Ciao a tutti!
Scusate se non ho più aggiornato e che non ho molto tempo sto studiando per -finalmente!- la patente di guida, ma farò una recensione di una novella che avevo letto in precedenza (piccole parti di un libro che uscirà nei prossimi mesi...) Intitolato 'Cercami Ancora'.
La novella-libro si intitola 'Dimmi di Sì' di Emma Chase. Ovviamente quando ti interessa il seguito di un libro ancora non è uscito in Italia XD ma mi tocca aspettare ancora un pochino per leggerlo. Intanto ci sono questi spunti che fanno un po' capire come vanno le cose tra Kate e Drew....nel più bello si interrompe, ma vi posso solo dire che si molleranno.
Drew lascerà Kate per una donna -naturalmente- tutta tette e sedere, bionda ...penso..ecc.., già me lo immagino.
Altro non so perché non fa trapelare nulla, ma vi metterò spunti e l'ultimo pezzo, così se non volete comprarlo ma aspettare direttamente il libro potete farlo e già sapete un po' la situazione...vi fate un'idea.
«Hey, Kate?».
È sabato pomeriggio. Matthew e Steven sono venuti a trovarci. Siamo in soggiorno, a guardare la partita.
«Kate!».
E abbiamo bisogno di birra.
Okay, lei è nel suo ufficio a lavorare, ma gli Yankees stanno giocando. E io sono un ragazzo nato e cresciuto a New York. Quindi ci sono solo due squadre che mi piacciono: gli Yankees e chiunque le suoni ai Boston Red Sox.
«KAAATE!».
Appare sulla soglia della stanza e si appoggia allo stipite a braccia incrociate. Indossa un prendisole corto con sexy motivi floreali. È abbottonato sul davanti, sfilarlo è un gioco da ragazzi. Amo chi l’ha ideato. Mi risponde con voce annoiata. «Che c’è, Drew?».
Le sorrido. «Ehi, piccola… potresti prenderci delle birre dal frigo?».
Gli animali non usano la parola. Una femmina di cane non può dire al cane maschio “Fottimi adesso,
voglio avere i tuoi cuccioli”.
Così si limita a sollevare il sedere. E se il cane maschio interpretasse i segnali in modo sbagliato? Se le saltasse addosso prima che lei abbia alzato il sedere?
Potrebbe ritrovarsi con le palle staccate.
Le donne sono simili alle femmine di cane – o cagne, se volete il termine corretto – e Dio aiuti l’uomo che le fraintende.
Torneremo dopo su questo argomento.
Ora Kate mi guarda e alza un sopracciglio, e capisco che si aspetta una spiegazione. Indico la TV:
«Jeter sta per battere un record».
Lei sospira, più calma. «Okay». E si dirige verso la cucina.
Qualche minuto dopo torna carica di bottiglie di birra. Ne passa una a Matthew.
«Grazie, Kate».
E una a Steve. «Grazie».
E una a me. Ne bevo un sorso. E sobbalzo. «Ma questo è piscio!». Gliela ridò.
«L’ho appena tirata fuori dal frigo».
Senza distogliere gli occhi dallo schermo, con una mano indico la cucina. «Devi prendere le bottiglie in fondo al frigo, quelle fredde… Dai, A-rod! Tira fuori la testa dal culo e comincia a giocare!».
E a questo punto ci fermiamo un attimo.
Ricordate i cani di cui vi parlavo? I segnali? Mentre guardavo la TV, me ne sono sfuggiti un po’.
Date un’occhiata:
Steven sorride, anzi ride. Dopo tutte le punizioni che ha ricevuto da mia sorella nel corso degli anni, ha sviluppato una vena sadica quando si tratta di assistere alla disfatta degli altri.
Poi c’è Matthew. Solo Dio sa che razza di deplorevoli punizioni Delores abbia inflitto a quel povero imbecille, perché sembra proprio spaventato.
Kate fissa la mia mano come se fosse una blatta. La vorrebbe schiacciare. E poi le viene un’idea.
Una splendida, terribile idea. Se osservate bene, vedrete la lampadina spuntarle sopra la testa. Sorride
e se ne va.
E in un primo momento non mi accorgo di niente.
Qualche minuto dopo, Kate torna con in mano un secchio pieno di birra. No, non bottiglie. Solo birra ghiacciata. Resta in piedi accanto al divano, mentre io – occhi ancora incollati alla partita – tendo la mano per avere il mio drink. Lei solleva il secchio e me lo rovescia in testa.
Splash.
Tossendo, salto in piedi, zuppo. «Gesù Cristo!».
Con dolcezza, lei mi chiede: «È abbastanza fresca per te, tesoro?».
.......................
Mi sorride per un istante, poi all’improvviso cambia espressione. Sembra… delusa.
«Cosa? Che c’è?»
«Niente… È che… Tu ti sei marchiato la pelle con il mio nome. Credo di sentirmi un po’ stupida. Io ti ho preso solo dei giochini».
Mi si drizzano le orecchie. Come un cane quando sente il rumore della sua ciotola del cibo.
«Giochini? Giochini un po’… perversi?».
Kate si morde il labbro. Annuisce.
Santo cielo. Non ho più saliva in bocca. «Posso… vederli?».
Ad alcuni non piacciono i giochini. I vibratori possono mettere paura. Non a me. Credo siano attrezzi del mestiere. Attrezzi elettrici, per la precisione, e non c’è niente di male a usarli. Un mastro carpentiere non costruirebbe una casa senza una sega e un martello, no?
Kate prende un sacchetto dalla sua borsa. Ci infila dentro la mano e tira fuori un frustino corto con la punta in velluto.
E il mio pene prende vita come il mostro di Frankenstein.
Signore là fuori? Prendete nota. I sex toys sono un regalo perfetto. Divertimento per tutta la famiglia. Ok, non esattamente. Ma sono un regalo che dà soddisfazione.
Kate mi porge il frustino. «Ti ricordi qualche settimana fa? Nel salotto quando tu… be’, hai capito… con la mano?».
Non ho più fiato. «Sì».
Certo che me lo ricordo. Non vi sembrerà guardandola, ma sotto sotto, Kate è una vera tentatrice. Le piace stuzzicarmi, vedermi soffrire. E quel giorno in particolare, mi ha provocato tutta la mattina, girando per casa senza reggiseno, con indosso una canotta quasi trasparente e le mutandine. A un certo
punto, mi si è seduta addosso e ha iniziato a dimenare i fianchi.
Poi se n’è andata dicendo che non aveva tempo di finire ciò che aveva iniziato perché aveva da lavorare.
E io non ci ho più visto. L’ho tirata verso di me, l’ho fatta stendere sulle mie gambe e l’ho sculacciata.
Se l’è meritato. Niente a che vedere con Histoire d’O, le ho solo dato qualche colpetto. È stato divertente.
Kate mi sorride timidamente. «Mi è piaciuto».
Oh, piccola. Non solo a te.
Kate infila di nuovo la mano nel sacchetto del paradiso. E tira fuori un piccolo cilindro d’argento. È un vibratore. Sembra quasi uno di quei pulsantini elettrici che avevamo da piccoli. Me lo passa.
«Si chiama…»
«Proiettile», la anticipo. «Sì, lo so». Lo fisso. E la mia testa si riempie di immagini di Kate che si contorce sotto di me, al limite della follia, pregandomi di farla venire.
La mia voce è roca, ma adorante. «Sei la fidanzata migliore di tutte».
La abbraccio e le do un bacio. Un bacio lungo, lento e riconoscente.
Kate si tira indietro e sorride. «C’è un’altra cosa. Ho lasciato il meglio alla fine».
Fa scivolare la cintura del cappotto nei passanti e afferra i baveri con entrambe le mani. Poi, con un movimento fluido, fa cadere la giacca per terra.
Io, per poco, non vengo sul posto.
Molte donne ritengono che la biancheria intima sia un ingrediente magico molto seduttivo.
Comprano completini intimi di pizzo molto costosi e si aspettano che ci mettiamo a sbavare solo a guardarli. Non funziona proprio così.
...............
La mia bocca si apre da sola. «Oh… mio… cazzo».
Kate si volta lentamente. Orgogliosa. «Ti piace? È scoperto sul davanti».
Sono senza parole.
Davvero. Sono quasi sicuro che tutto il sangue che scorre nel mio corpo sia stato deviato nel mio pene e non ce ne sia più nel cervello per aiutarmi a parlare.
La voce di Kate è bassa e provocante. «Se mi prometti che farai il bravo… ti permetterò di incatenarmi come ha fatto Jabba con Leila».
Mi riprendo dal mio stato di trance. La prendo per le braccia e la trascino verso di me. «Piccola, l’unica cosa che posso prometterti è che domani non riuscirai a camminare».
La prendo in braccio e me la carico sulle spalle. Lei urla. E poi ride. Attraverso il corridoio, passando davanti al vassoio con gli snack che avevo preparato.
Perché, in fondo, a chi diavolo serve il cibo?
.............
Faccio scivolare giù Kate, prendendo il suo bel sedere fra le mani. La faccio voltare in modo che i dia le spalle. Poi piego il frustino e lo faccio schioccare.
Sbam.
Colpisce la pelle nuda della natica di Kate, che si lancia in avanti urlando. Poi scoppia a ridere.
«Forse non è stata una buona idea. Da un grande potere derivano grandi responsabilità, Batman».
(...)
Le faccio scorrere la punta di velluto del frustino lungo il petto, tra i seni e giù sulla pancia. Mi fermo tra le sue gambe.
E inizio a strofinare.
La bellezza di questo tipo di attrezzi è che le terminazioni nervose vengono sollecitate al contatto, rendendo la pelle molto sensibile. Tesa, come una corda di chitarra che non vede l’ora di essere strimpellata.
Kate ha gli occhi chiusi, la testa all’indietro. Le strofino il frustino sulla vagina, avanti e indietro.
Poi le do un piccolo colpetto.
Lei trattiene il fiato. (..)
Delizioso.
Il capezzolo è già turgido e rosa, ma io continuo a leccarlo. Kate geme. Solleva una mano in cerca della mia nuca.
Le colpisco il sedere con il frustino. «Non ti muovere».
La sua mano torna sul letto.
Questa specie di sottomissione… non è degradante o umiliante. È fiducia. Vuol dire mettersi nelle mani dell’altro, esporsi completamente. Offrire tutto ciò che si ha e che si è a qualcun altro.
Permettergli di vedere il tuo vero io, non la persona che vorresti essere. Qualsiasi peccato, qualsiasi fantasia, perché sai che non ti giudicherà. Che non ti farà mai del male. Alcune persone trascorrono tutta la vita senza sapere cos’è davvero la fiducia.
Non è il mio caso.
Io lo so.
Grazie a Kate. Solo con lei.
Lecco per l’ultima volta il capezzolo e vado avanti. Abbandono il frustino e prendo il vibratore.
Poi mi sposto verso il sedere di Kate. C’è un bel segno rosso evidente su una natica che lenisco con la bocca. Porto il proiettile vibrante tra le sue gambe, creando dei piccoli cerchi, avvicinandomi al clitoride, senza però toccarlo.
L’attesa, la soddisfazione, il piacere e il dolore, è tutto un equilibrio molto delicato..
............
Il finale della Novella!
Capitolo 1
Al liceo, biologia era la mia materia preferita. Ciò che mi affascinava più di tutto erano le specie che si trasformano in un essere completamente nuovo. Come i girini. O le farfalle. Iniziano in un modo, ma finiscono per essere qualcosa del tutto diverso.
Irriconoscibile.
Tutti guardano le farfalle e pensano, «Che belle». Ma a nessuno viene mai in mente quello che hanno dovuto passare per diventare ciò che sono. Quando il bruco costruisce il bozzolo non sa cosa sta succedendo. Non capisce che sta cambiando.
Pensa di stare per morire. Che il suo mondo stia finendo.
La metamorfosi è dolorosa. Terrificante e sconosciuta. È solo dopo che il bruco si rende conto che ne è valsa la pena.
Perché ora può volare.
Ed è così che mi sento adesso. Sono meglio di come ero prima. Più forte.
Pensavate che fossi tosta?
Ve l’ho fatta. In alcuni casi era solo spavalderia. Una facciata.
Avere a che fare con Drew Evans è come nuotare fra le onde selvagge dell’oceano. È sopraffacente.
Puoi solo scalciare con tutte le tue forze per restare a galla, o farti trascinare via e finire con la faccia piena di sabbia.
Quindi dovevo fingere di essere una dura.
Adesso non ho più bisogno di farlo, perché sono di granito. Impenetrabile dalla testa ai piedi.
Chiedete a chiunque sia sopravvissuto a un terremoto a mezzanotte, o a un incendio domestico che spazza via tutto ciò che aveva di più caro. La devastazione inaspettata ti cambia.
E compiango la vecchia me. E la mia vecchia vita. Quella che avevo pianificato di passare per sempre accanto a Drew.
Sembrate confusi. Scusate – cominciamo daccapo.
La vedete quella donna laggiù? Quella sull’altalena, in questo parco giochi deserto?
Sono io – Kate Brooks.
Ma non proprio. Per lo meno non la Kate di cui vi ricordate. Come ho già detto, adesso sono diversa.
Forse vi starete chiedendo perché sono qui, di nuovo a Greenville, Ohio, tutta sola.
Tecnicamente, non sono sola.
Ma di questo parleremo dopo.
Il motivo per cui mi trovo a Greenville è semplice. Non potevo sopportare di stare a New York. Non per un altro giorno. Non dopo tutto quello che era successo.
Drew?
Lui è ancora a New York. Forse in preda ai postumi di una sbornia tremenda. O forse è ancora ubriaco. Chi lo sa? Non preoccupiamoci troppo di lui. Ci sta già pensando un’affascinante spogliarellista.
Sì – ho detto proprio spogliarellista. Almeno spero lo fosse. Avrebbe potuto anche essere una prostituta.
Pensavate che io e Drew avremmo guidato verso il tramonto? Vissuto per sempre felici e contenti?
Unitevi al club. A quanto pare felici e contenti è durato solo due anni.
Non controllate il titolo. Siete nel posto giusto. Questo è ancora lo spettacolo di Drew e Kate. È solo incasinato. Sottosopra. Benvenuto nel mondo di Oz, Toto. È un posto del cazzo dove stare.
Come dite? Pensate che stia parlando come Drew? È quello che dice Delores – che mi ha contagiato con la sua volgarità. Lo chiama il modo di parlare di Drew. Presumo che dopo due anni venga come trasmesso.
Mi sembra di capire che vi stiate chiedendo cosa sia successo. Eravate così innamorati. Eravate perfetti l’uno per l’altra. Ditelo a me.
O ancora meglio, ditelo alla spogliarellista.
Tuttavia – che ci crediate o meno – il vero problema non è stato un’altra donna. Non all’inizio. Drew non mentiva quando diceva di volermi. Era così. Lo è ancora.
Solo che non vuole noi.
Ancora non capite? È perché non sto raccontando le cose come di deve. Dovrei cominciare
dall’inizio. Sapete, la scorsa settimana ho scoperto…
No, aspettate. Nemmeno così va bene. Per farvi capire devo cominciare da ancora prima.
La nostra fine inizia circa un mese fa. Comincerò da lì.
..........
-Sono stata buona lo ammetto, ho messo tanti piccoli pezzi, ma è meglio per voi, no?
Beh ora non ci rimane che aspettare!-
A presto!
Giulia.
Piccolo Angolo di Lettura di Giulia&Alice
martedì 8 aprile 2014
venerdì 28 febbraio 2014
Non cercarmi mai più (Ma resta ancora un po' con me) - di Emma Chase
Ciao a tutti,
sono sempre io Giulia,
oggi recensirò
un libro stupendo!
Quando ho
visto la copertina di quel magnifico libro pensavo non fosse granché
al di fuori, spoglio con solo due ciliegine, ma...devo dire che ora
capisco il motivo di quelle due succulente ciliegie.
Non capirete
nulla lo so, ma sono all'inizio della mia recensione, quindi datemi
tempo. Come si dice tempo al tempo, e un'altro detto è 'non si
giudica un libro dalla copertina'. Ebbene è così. L'avevo giudicato
male.
E'
straordinario come Emma Chase abbia descritto tutto il libro dalla
parte dell'uomo.
Dalla parte
del affascinante Drew Evans, come al solito un uomo giovane, ricco,
pieno di donne, ogni sabato per lui è sacro. Perché?
Come dice lui
dopo il dovere c'è il piacere, il sabato è la serata 'scopiamo più
non posso'. Sgarbato? Arrogante? Si!
Se non vi
piace questo genere è meglio non leggerlo, ma per una ragazza come
me, che piace questo genere me lo sono divorato.
Ora partiamo
dall'inizio.
Fin dalla
prima pagina (della dedica) mi ha incuriosito.
Come mai già
così presto? Beh leggete qui:
A
Joe, per avermi insegnato cos’è il vero amore e per avermi
concesso di sbirciare ogni
giorno
nei complicati ingranaggi del pensiero maschile
Non vi
incuriosisce?
Beh a me un
pochino si.
Trama:
Drew
Evans è bello e arrogante, fa affari multimilionari nella società
di famiglia e seduce le donne più belle di New York con un semplice
sorriso. Allora perché è stato per sette giorni con le imposte
chiuse nel suo appartamento, triste e depresso? Lui risponderebbe per
via dell’influenza. Ma noi sappiamo per certo che non è proprio la
verità.
Katherine
Brooks è brillante, bella e ambiziosa. Quando Kate viene assunta
come nuova associata presso l’impresa di investimento bancario del
padre di Drew, il focoso playboy entra in tilt. La competizione
professionale che si stabilisce tra i due mette in crisi Drew,
l’attrazione per lei è fonte di distrazione e soprattutto
portarsela a letto sembra una missione impossibile.
Non
cercarmi mai più è il racconto privato, scandaloso e spiritosissimo
di un casanova impenitente. Ma, mentre racconta la sua storia, Drew
capisce finalmente che l’unica cosa che non aveva mai voluto nella
vita, è l’unica di cui adesso non può più fare a meno.
'Non cercarmi
mai più' è un libro d'amore, litigi ed è a volte comico, sgarbato
al punto giusto, è sensuale, e sexy.
Troppe
caratteristiche tutte assieme...sisi.
Drew cerca in
tutti i modi di non farsi imbambolare da questa bellissima donna
fidanzata da ormai 10 anni, nonostante la sua giovane età.
Drew non si
pone alcun problema che la donna (kate) è impegnata, perché?
Perché come
molti uomini di successo pensano di essere i primi in tutto, lui è un uomo che non vuole un -no- come risposta, non accetta
rifiuti.
E'
un investment banking, un uomo d'affari che investe prepara
contratti...., è lui che chiude enormi questioni di lavoro, quelli
più importanti.
Il
cocco di papà. Lui lavora per il padre e si è fatto il -mazzo- per
diventare quello che è adesso e continua a farselo per poter
sostituire -un giorno- suo padre.
Non vuole certo che una ragazzina gli porti via il suo lavoro.
Chi? Kate.
Leggete
qui:
E
poi, un lunedì pomeriggio, mio padre mi chiama nel suo ufficio.
«Siediti,
figliolo. Dobbiamo parlare di affari».
Mio
padre mi convoca spesso per parlare di cose che non è ancora pronto
a condividere
con
il resto dello staff. «Ho appena finito di parlare al telefono con
Saul Anderson. Sta cercando di diversificare il business. Viene in
città il mese prossimo per guardarsi in giro e farsi venire qualche
idea».
Saul
Anderson è un magnate dei media. Ha veramente un sacco di soldi: il
tipo d’uomo
che
fa sembrare Rupert Murdoch un manovale. Avete un fazzoletto? Perché
sto già sbavando.
«Il
mese prossimo? Okay, posso occuparmene io. Non c’è problema».
Sento
l’eccitazione
che mi pulsa nelle vene. È così che deve sentirsi uno squalo quando
qualcuno getta una secchiata di esche nell’acqua.
«Drew…»,
mi interrompe mio padre, ma il mio cervello è troppo impegnato a far
turbinare le idee per sentirlo.
«Qualche
indizio di cosa possa avere in mente? Insomma, le possibilità sono
abbastanza
illimitate».
«Figlio»,
ritenta lui.
Voi
capite che qualcosa sta per succedere, vero?
Eppure
io non smetto di parlare. «Le TV via cavo sono macchine per fare
soldi. I social
media
vanno sfruttati, adesso, perciò potremmo beccarci qualche vero
affare. La produzione di film è sempre una scommessa sicura, e si
taglierebbero i costi se li trasmettessero sul loro network».
«Drew,
ho deciso di assegnare il compito a Kate Brooks».
Ferma
un attimo. Ti dispiace ripetere?
«Cosa?»
«È
brava, Drew. Devo ammetterlo, è davvero brava».
«È
qui da due settimane!».
I
cani hanno il senso del territorio, lo sapete, no? Ecco perché al
parco sembra che
abbiano
una scorta infinita di pipì, che insistono per spargere ovunque,
fermandosi ogni quattro secondi. È perché credono che sia il loro
parco. E vogliono che gli altri cani lo sappiano, che siano
consapevoli di chi è arrivato per primo. È il modo non verbale di
dire, più o meno: «Andate a farvi fottere, trovatevi un parco
vostro».
Gli
uomini sono uguali.
Non
che io voglia pisciare in cerchio attorno alla mia scrivania, ma
l’azienda è mia. Ho
coltivato
questi clienti da quando eravamo una società minuscola. Li ho
osservati, come un paparino orgoglioso, mentre crescevano in solidi
conglomerati. Gli ho offerto vino, cene. Mi sono dato da fare ora
dopo ora, notte insonne dopo notte insonne. Il mio lavoro non è solo
ciò che faccio, è chi sono. E che io sia dannato se Kate
Brooks entra qui dentro sculettando e mi porta via tutto.
Non
importa quanto bello sia il suo culo.
«Sì»,
dice mio padre, «e hai visto le idee che si è fatta venire in
queste due settimane? È
la
prima ad arrivare e l’ultima ad andarsene, ogni giorno. È una
mente fresca, una che pensa fuori dagli schemi. Se n’è uscita con
degli investimenti fra i più innovativi che abbia mai visto.
L’istinto mi suggerisce di passarle la palla e vedere cosa ne fa».
Quali
sono esattamente i primi segnali della demenza senile?
«Brancolerà
nel buio, ecco cosa farà!», urlo. Ma so per esperienza che con le
scenate
non
si va lontano, con mio padre, perciò provo a calmarmi. «Papà,
capisco cosa vuoi dire. Ma Saul Anderson non è un cliente a cui puoi
permetterti di affibbiare qualcuno per poi vedere se funziona. È
qualcuno a cui assegnare il migliore, il più brillante. Qualcuno che
possa portarlo dritto al traguardo. E quel qualcuno sono io».
Non
è vero? Me lo chiedo, mentre i suoi
lineamenti si rannuvolano, incerti.
Il
suo silenzio si dilata, e intanto mi si rivolta lo stomaco. Non è
che io abbia qualche
problema
con mio padre, ma mentirei se non dicessi che godo nel renderlo
orgoglioso delle mie performance in ufficio. Io sono il suo braccio
destro, quello a cui rivolgersi in caso di bisogno.
Quando
siamo sotto di due punti e mancano solo cinque minuti di partita,
potete scommettere le chiappe che sono il solo a cui John Evans
passerebbe la palla.
O
almeno lo ero.
Sono
abituato ad avere la sua fiducia incondizionata. Il fatto che la sua
sicurezza inizi a
vacillare
è… be’… dannatamente doloroso.
«Ecco
cosa ti dico». Sospira. «Abbiamo un mese. Prepara una
presentazione. Chiedi a
Kate
di fare lo stesso. Quello che mi farà girare la testa si cuccherà
Anderson».
Dovrei
sentirmi insultato, davvero. In pratica sta proponendo a un attore da
Oscar di
fare
un provino per una particina miserabile. Tuttavia non discuto. Sono
troppo impegnato a programmare la mia prossima mossa.
Quindi,
ora capite il mio discorso sulla vita?
In
un batter d’occhio, Kate Brooks si è trasformata da donna con cui
non vedevo l’ora di
fare
i giochini più osceni a quella che non vedo l’ora di schiacciare
sotto le scarpe. Avversaria.
Concorrente.
Nemica.
Vedete?
Con
il suo enorme ego, e con il successo che ha sul lavoro riesce a far
leva sulle donne, a persuaderle. Non vuole una relazione, ma solo
qualche scopata e raramente torna indietro con una donna per rivivere
quell'esperienza. Per lui le donne devono essere usate e poi gettate
via, le vuole solo per il sesso.
Le donne che cerca sono di classe, ma se una cameriera gli da il
suo numero di cellulare, lui di certo non rifiuta l'opportunità di
una buona scopata.
Sarò
sfacciata a dirvi tutto questo in modo schietto, ma se Kate lo
facesse impazzire? Se fosse come lui? Intelligente, astuta,
seducente, sexy e che non si fa abbindolare da nessuno? Sembra uno di
quei libri normali, ma se vi dicessi che è tutt'altro che come gli
altri?
Vi
lascio un piccolo assaggio.
Sono
un tipo molto determinato. Volontà. Controllo. Sono io a scegliere
da che parte va
la
mia vita. Decido io fallimenti e successi. Fanculo al fato. Il
destino può anche baciarmi le
chiappe.
Se voglio qualcosa con tutto me stesso, posso averla. Se mi
concentro, mi sacrifico, posso fare qualunque cosa.
Perché
questo atteggiamento, chiedete? Perché sembro il relatore a una
convention di
qualche
gruppo di sostegno? Cosa sto cercando di dire con esattezza?
In
poche parole: sono io che controllo il mio pisello. Non è il mio
pisello che controlla
me.
O almeno, questo è ciò che mi ripeto da un’ora e mezza. Mi
vedete, lì alla mia scrivania, che balbetto come uno schizofrenico
senza le sue pillole?
Sono
io, che ripeto a me stesso i miei principi, le sacre convinzioni che
mi hanno
accompagnato
fino a questo punto della vita. Che mi hanno reso un uomo dal
successo
incontestabile,
a letto e in ufficio. Le convinzioni che non mi hanno mai deluso,
quelle che muoio dalla voglia di gettare dalla dannata finestra.
Tutto per colpa della donna che ora si trova nell’ufficio in fondo
al corridoio.
Che
ne pensate? Pensate ancora che è un semplice libro da romantici e
con in mezzo qualche litigio? Beh se pensate di sì vi lascio altri
piccoli pezzettini e poi se vi piace dovete solo leggerlo! C:
Fantastico.
Come se non
avessi già il mio lavoro di cui occuparmi. Ora devo tenere la
mano
a una novellina mentre naviga nell’oscuro, spaventoso mondo delle
Corporazioni Americane.
Perfetto.
Grazie,
papà.
Alla
fine, è il mio turno. Lei è voltata di spalle. Noto subito i lucidi
capelli neri raccolti
in
uno chignon basso, e la struttura minuta. I miei occhi vagano sulla
sua schiena mentre è
impegnata
a conversare con qualcuno di fronte a lei. D’istinto le si
incollano al sedere e… un attimo.
Aspetta
un attimo.
Ho
già visto quel sedere.
Non
ci credo, cazzo.
Si
volta.
Cazzo.
Quando
i nostri sguardi si incontrano, mi sorride. Occhi infiniti, luminosi,
che non
ricordavo
di aver sognato, fino a quel momento. Alza un sopracciglio: mi ha
riconosciuto. E allunga una mano. «Mr Evans».
La
mia bocca si apre e chiude, ma non esce neanche una parola. Lo shock
di rivederla –
proprio
lì, poi – deve aver momentaneamente congelato la parte del
cervello che controlla il linguaggio. Quando le sinapsi riprendono a
funzionare, sento mio padre che dice: «…Brooks.
Katherine
Brooks. Avrà successo, figliolo, e con il tuo aiuto ci porterà
tutti con lei».
Katherine
Brooks.
La
ragazza del bar. La ragazza che mi sono lasciato sfuggire. La ragazza
le cui labbra
desidero
disperatamente intorno al mio uccello.
E
lavora con me, nel mio ufficio, dove ho giurato che mai, mai avrei
combinato danni.
Le
sue mani calde e morbide scivolano alla perfezione nelle mie, e due
pensieri mi colgono simultaneamente.
Il
primo: Dio mi odia. Il
secondo: sono stato un ragazzo cattivo, molto
cattivo per la
maggior
parte della mia vita, e questa è una vendetta.
E sapete cosa si dice della vendetta, giusto?
Già.
È una perfida stronza.
….....
Certe
donne non hanno problemi con gli incontri di una notte. Altre no. E
con quest’ultime non vado per niente d’accordo.
Non
è carino.
Perciò
vedete, non importa quanto lo voglia, non importa con che
determinazione la
piccola
testa fra le mie gambe stia cercando di portarmi sulla cattiva
strada: questo non è il tipo di situazione che voglio nel mio
ufficio. Il mio santuario, la mia seconda casa.
Non
succederà. Punto.
Ecco
tutto. Fine della discussione.
Caso
chiuso.
Kate
Brooks è ufficialmente cancellata dalla mia lista di possibilità. È
proibita, intoccabile, un non-s’ha-da-fare. Proprio come le ex
ragazze dei miei amici, la figlia del capo e le
migliori
amiche di mia sorella.
….........
La
nostra cena d’affari è in corso. Per la maggior parte del tempo
sono io a condurre il
gioco,
ma è Kate che ha catturato l’attenzione di Saul Anderson. Se non
fossi di pessimo umore, ammetterei che sta gestendo questo incontro
da vera professionista. Però lo sono, quindi lo dico solo a voi.
Kate
ride per qualche storia che Anderson ha appena finito di raccontare,
poi lui si scusa
e
si alza per andare al cesso. Bevo un sorso di vino, che purtroppo non
è whiskey.
Kate
si volta verso di me, ha negli occhi un’eccitazione da studentessa
del primo anno.
«Sta
andando molto bene, no? Mi pare decisamente interessato».
Faccio
spallucce. «Dipende da cosa stai provando a vendergli».
«In
che senso? Sto vendendo noi… la nostra proposta, la nostra
azienda».
Sto
facendo lo stronzo, lo so.
«Davvero?
Perché a me sembra che tu gli stia offrendo tutt’altro».
«Cosa
stai insinuando, Drew?»
«Dài,
Kate. Hai studiato a Wharton. Secondo me ci arrivi anche da sola».
«Sono
stata molto professionale…».
«Saresti
stata più discreta se ti fossi strappata la camicetta e gli avessi
sbattuto le tette in
faccia».
Okay,
questa non era necessaria. E prendo in considerazione l’idea di
scusarmi,
davvero.
Ma
prima che possa formare le parole, un liquido gelido mi cade sul
cavallo dei
pantaloni.
Dal bicchiere d’acqua che Kate mi ha appena rovesciato addosso.
«Sei
fuori di testa?», sussurro con tono severo, cercando di non fare una
scenata mentre
mi
alzo e cerco di asciugare la macchia con il tovagliolo.
«Tutto
bene?».
È
Anderson. È tornato e ora guarda me e poi Kate. Minimizzo con un
gesto maldestro
delle
spalle mentre Kate sorride e dice: «Benissimo».
Ecco
di nuovo quella parola.
«Drew
ha avuto un piccolo incidente con un bicchiere d’acqua. I ragazzi…
non li si può
portare
da nessuna parte».
…......
«Mi
è piaciuto quello che ho visto stasera, Drew. Davvero notevole».
«Grazie,
Saul».
Dare
sempre del tu negli affari. Non è irrispettoso, significa che si è
uguali, allo stesso
livello.
«E
in base a quello che mi avete mostrato, sono pronto ad affidare
l’incarico a Evans,
Reinhart
e Fisher».
Sì!
Stappiamo lo champagne, piccola.
«Sono
felice di sentirlo. Penso che sarà un ottimo affare, per tutti noi».
Non posso
dimenticarmi
di Kate, no? Come se lei me lo permettesse. «Puoi fidarti di me e di
Kate. Non ti deluderemo».
Picchietta
il dito sul bicchiere di cristallo. «Giusto. A tal proposito, prima
che io firmi,
ho
solo una richiesta».
Questo
accade sempre. Nessun problema.
«Certo,
Saul. Sono sicuro che possiamo accontentarti».
«Ottimo.
Perché allora non chiedi a quella cara ragazza di portarmi i
contratti di
persona,
stasera verso mezzanotte?». Mi allunga un biglietto da visita, e io
mi sento un nodo allo stomaco.
Lo
sentite anche voi?
«Ecco
dove alloggio. Chiedile di portarmi le carte… da sola».
Avete
presente quando in TV ci sono quelle scene sospese, scioccanti, e si
sentono solo
i
grilli frinire in lontananza?
Cri
cri cri. Ecco.
«Non
sono sicuro che…».
«Oh,
certo che lo sei, Drew. Sai come vanno queste cose. Quando un uomo
lavora fino a
tardi
e ha bisogno di un po’ di… conforto. Una distrazione».
Che
ne dici di un bel calcio in culo, Saul? Ti andrebbe bene come
distrazione?
«E
quella ragazza è un pezzo di prima qualità. Questo accordo vi
frutterà milioni di
entrate,
senza trascurare i clienti in più che troverete quando si spargerà
voce che mi sono affidato a voi. Direi che un servizietto fuori
orario è un piccolo prezzo da pagare, no?».
In
un modo malato, perverso, da maniaco sessuale, ha ragione. Ma credete
che importi?
Ovvio
che no. Mi alzo. Temo per le mie azioni, se mi toccherà guardare
quel cazzo di sorrisetto compiaciuto un minuto in più.
Lancio
una manciata di dollari sul tavolo e dico: «Questo non è il tipo di
affari che
abbiamo
in mente. Se è ciò che cerchi, la Quarantaduesima Strada è a una
decina di isolati in quella direzione. Non sono un magnaccia, e
Katherine Brooks di certo non è una prostituta. Questo incontro è
terminato».
E'
tutto per oggi, alla prossima!
Un
bacio Giulia. C:
martedì 25 febbraio 2014
Io amo un vampiro- Abigail Gibbs
Ciao ragazzi e ragazze, eccomi qui con il seguito di a cena col vampiro, che come potete vedere dal titolo si intitola io amo un vampiro. Il libro mi ha fatta innamorare esattamente come è successo con il primo.
L'unica cosa che mi ha deluso un pò del libro, è l'allontanamento di Fabian da Violet solo perchè lei ha scelto Kaspar, ( se ero al suo posto avrei fatto lo stesso) e mi sa che un pò per ripicca si è messo con la sorella maggiore di Kaspar, Lyla. Nel primo libro lei mi piaceva, ma in un certo punto del secondo non più. Per il resto il libro è stupendo. Vi lascio la trama qui sotto:
Violet ha preso la decisione più difficile della sua giovane vita: rapita per aver assistito a una strage di umani compiuta dai vampiri, rimasta prigioniera perché figlia del ministro della difesa inglese, ha scelto di tradire la sua razza e rimanere con i nemici, con i non morti che nascondono la loro ferocia sotto l'apparenza di giovani bellissimi. Soprattutto uno: Kaspar, il principe dei vampiri, bello da togliere il fiato, capace di atti di crudeltà e ferocia e di momenti di dolcezza e compassione. Ed è proprio il principe la causa della scelta di Violet, che si è perdutamente innamorata di lui. Ma come possono amarsi, se le loro razze sono in guerra e se il padre di Kaspar, il re della corte vampira, ha deciso che i due dovranno stare lontani l'uno dall'altra per punire il figlio per la sua ribellione? Violet, divisa tra due mondi, ha una sola speranza, far cessare la guerra segreta che insaguina le strade di Londra. L'unica possibilità risiede nella profezia secondo la quale Nove Eroine porteranno la pace tra umani e vampiri. Che sia Violet una di esse?
Se il primo libro è emozionante vi avverto che questo lo è ancora di piu, più vai avanti, piu ti stupisci, a me è successo così e spero che sia così anche per voi.
Il pezzo che vi metto ora qui sotto è tenerissimo, speriamo che vi piaccia:
Rabbrividii, più per la temperatura che per altro, ma assaporai quella sensazione. Volevo ricordare quanto fossero fredde l’aria della notte e le gocce di pioggia sulla pelle, come i miei piedi si arricciassero sulla pietra gelida.
«Mia» sospirò una voce al mio orecchio. «Tutta mia.»
Le braccia di Kaspar mi strinsero poco sotto la vita, e i suoi capelli mi solleticarono il collo quando piegò la testa e con le labbra cercò la vena. Le sue mani non esitarono a trovare il mio seno e io mi premetti ancora più forte al suo petto.
«Ti piace, ragazzina?» disse, quasi facendo le fusa.
Gli risposi con un sospiro. Kaspar rise e fece scivolare le mani giù fino all’orlo della mia
maglietta. Non ebbi nemmeno il tempo di reagire che mi ritrovai in jeans e reggiseno.
«Cosa fai?» Cercai di coprirmi, consapevole che le doppie porte erano aperte. Lui non rispose. Mi prese la mano e mi condusse nel fascio di luce che le lampade dell’ingresso proiettavano sui gradini.
Infilai di fretta le ballerine che avevo lasciato da una parte. «Sei matto? Potrebbe vederci qualcuno!»
«Lascia che ci vedano» ribatté Kaspar conducendomi sul vialetto di ghiaia. Era troppo forte perché potessi opporre resistenza e fu inutile provare a sottrarmi, soprattutto perché mi teneva una mano tra i capelli, facendomi finire la frangia sugli occhi. «Lascia che vedano quanto sei bella.»
Un altra cosa che mi è piaciuta è la frase che dice Violet:
Non permetterò che nessuna faida tra loro si metta tra Kaspar e me.
Detto questo, spero davvero che l'autrice scriva un terzo libro, per vedere come andrà avanti tra Violet e Kaspar.
Come andrà secondo voi questo libro? Violet diventerà un vampiro? Sarà lei una delle Eroine di cui parla la Profezia? Per scoprirlo dovete leggere entrambi i libri e spero che li amiate come li ho amati io.
Un bacio e alla prossima. :)
venerdì 21 febbraio 2014
lunedì 17 febbraio 2014
Sekrets...Le Visioni di Megan– di Elizabeth Chandler
Ehilà!
Sono Giulia, e
come promesso sono di nuovo qui a commentare e citare i libri che
leggo.
Di questo
libro non parlerò ne bene ne male.
Mi spiego
meglio.
Non sono
patita per i racconti di presenze, fantasmi, reincarnazioni e vite
parallele, ma me l'hanno consigliato e ho provato a leggere qualche
altro genere, per cambiare un po'.
Preferisco di
gran lunga Vampiri affascinanti da far girare la testa, ossessionati,
tormentati quanto posso esserlo io – XD – e amori impossibili.
Ma amo sempre
i libri che dopo molte peripezie finiscono bene.
Gusti sono
gusti, giusto?
Quindi, in
questo libro racconterò -come negli altri post- il contenuto e
metterò la mia opinione, ma ciò che vi chiedo è
di non fare molto caso alla mia opinione personale, perché ognuno ne
ha una diversa.
Quello che
posso consigliarvi è: leggere questo post, valutare se vi ispira, se
vi ho incuriosito leggetelo e giudicherete voi se ne valsa o no la
pena di averlo letto.
Detto questo,
iniziamo!
Trama:
Megan è una
ragazza che vive con i suoi genitori e due fratellini. Una vita
monotona e noiosa penserete.
Beh aspettate
prima di pensarlo.
La ragazza
dovrà allacciare i rapporti con sua nonna che non ha mai visto e ne
avuto sue notizie, per volere della donna.
Megan andrà
nel Maryland in Arizona dove ha sognato fin da piccola la 'casa' di
sua nonna, cercherà di fare contenta la nonna. Conoscerla,
supportarla, aiutarla, ma ovviamente la donna non perde tempo per
farla sentire a disagio.
La ragazza non
è proprio sua nipote biologica e quindi all'inizio la giovane pensa
che è per questo che sua nonna è così ostile, dura, e severa con
lei.
La anziana
donna arriverà ad accusare sua nipote per cose che principalmente
-Megan- non sa di aver fatto.
E' strano
tutto questo per la ragazza. E' stata invitata ad alloggiare nella
sua abitazione, e non sa come comportarsi con Helen -la nonna-, ne sa
il motivo del suo comportamento, ma lei non si arrenderà facilmente.
Megan scoprirà
che è la reincarnazione della sorella della nonna 'Avril', che lei è
esattamente uguale ad Avril, e in parte era quello il motivo
dell'ostilità della donna.
Ma non solo..
Scoprirà che
anche suo cugino 'Matt' -che vive con la nonna da un anno- è la
reincarnazione di 'Thomas', il ragazzo che corteggiava Helen quando
era ancora giovane. Thomas sembrava che fosse innamorato di Avril, o
che semplicemente gli importasse solo dell'eredità della famiglia...
La storia si
basa su una vita parallela. Megan (Avril nell'altra vita) dovrà
rivivere tutta la storia e farla terminare non con la sua uccisione.
Se no sarebbe tutto inutile.
Nella storia
si parlerà del 'Karma' e molto altro.
Insomma il
sunto è che lei deve vivere questa storia d'amore, scoprire
l'assassino che avvelenò Avril nella vita precedente, ucciderlo di
proposito o anche per caso e tutto andrà a buon fine. Ma Megan dovrà
restare in vita.
A questo punto
vi chiederete chi sarà l'assassino che uccise Avril da giovanissima?
Beh, vi tocca
leggerlo ho già raccontato abbastanza, se vi racconto anche la fine
non vale...(!)
Commento
personale:
Prima di
tutto, un po' mi ha deluso il numero delle pagine del libro, 83. Un
po' poche direi, ma nonostante questo la scrittrice non ha
velocizzato le descrizioni rendendole più corte e meno approfondite
del contenuto.
E su questo
punto posso passarlo, fino ad un certo punto.
E' la storia
in sé che non mi ha soddisfatto un granchè.
Sono
appassionata di storie d'amore e Tra Megan e Matt avrei voluto più
passione che non c'è stata se non un bacio finale. Un po' fiacco per
me.
Se Matt era
Thomas nella vita precedente, e Megan era Avril perché non c'è
stato qualche intrallazzo strano?
E' pur vero
che Matt in questa vita non la sopporta -prova per farlo credere a
lei e anche a se stesso, anche se poi fallisce perché il suo destino
era già stato stabilito prima che nascesse-, e visto che sono le
reincarnazioni perché non -oltre i sogni che facevano entrambi- far
anche solo sognare Thomas e Avril in precedenza di quello che
facevano? Intendo l'amore.
Se Avril era
la solita ragazza figa -come dice il libro- e che tutti i ragazzi gli
cadevano ai piedi, dubito che non facessero sesso o roba simile con
Thomas.
Giusto?
So che posso
essere severa, ma quello che penso è che senza un po' di passione il
contenuto non è un granché.
E' dell'amore
che si parla, in qualche modo devi coinvolgere il lettore anche sul
punto di vista sessuale e non solo dei collegamenti della nonna..ecc.
Almeno, io la
vedo in questo modo.
Non voglio
sembrarvi una perversa, ma il contenuto della storia si basa sulla
reincarnazione dei due amanti (!)
La scrittrice
poteva scrivere -essendo i protagonisti legati- una storia d'amore
involontaria, complice, parallela raccontata nei sogni di Avril e
Thomas e anche nella loro vita reale dei due ragazzi.
Vi spiego la
mia idea contorta se ancora -sicuramente- non l'avrete capita.
Visto che già
sognano, perché non scrivere dei loro sogni nel momento in cui fanno
l'amore..? E perché non scrivere che loro sognano ma nel
contemporaneo fanno l'amore inconsciamente? (Tanto già Megan fa un
sogno che è reale e che tra l'altro si fa anche un po' male.)
Tutto sarebbe
più passionale, contorto, coinvolgente, e renderebbe noi lettori più
assetati nel continuare a leggere i suoi romanzi.
Quello che
cerco di dire che ci andava più sostanza, più pagine, più
coinvolgimento emotivo. Pianti, passione e qualche occhiata di fuoco
intenso, al posto di un piccolo bacio.
Aveva già
intrigato il tutto, perché non complicare le cose maggiormente?
Del tipo che
loro si ritrovano nudi nel letto dell'altro, che non si guardano e
toccano perché si 'odiano' nella vita attuale. Sognando due o più
volte -a sua scelta- la reincarnazione della vita precedente
riuscendo a percepire ogni cosa nello stesso istante.
Sensazione,
emozione e rendersi conto dopo di quello che hanno fatto.
L'odio e Amo
allo stesso tempo.
Amalgamare il
tutto con passione.
Non tolgo
nulla a lei, ma se voleva scrivere proprio questo tipo di storia per
me avrebbe potuto far di meglio.
Magari
scrivere la stessa storia con più legame tra i due amanti, perché
Avril e Thomas non sono altro che complici, amanti in un certo senso.
Se hanno una storia d'amore parallela doveva -secondo me- legare e
far leva -spesso- sull'amore dei due, perché è di questo che
racconta.
Comunque....
non essendo io la scrittrice non posso far nulla, se non limitarmi
solo a scrivere qui la mia opinione, sperando in un vostro intervento
e scambio di pensieri.
Penso che
forse non tenendo conto del contenuto della storia, se avesse
amalgamato meglio e fatto leva su quel punto magari mi sarebbe
piaciuto molto di più.
Anche perché
quando è nato il sito ho postato i primi post di libri non
riguardanti ai vampiri.
Ma per chi mi
sta seguendo sa che ho iniziato con Obsidian e in quei libri non si
parla esattamente di vampiri. Anzi, di alieni. Ma proprio perché
hanno quel tira e molla, l'amore, e intrighi vari che mi è piaciuto.
I libri che
leggo, che mi interessano, e che mi appassionano sono quelli che
hanno presenza di amore. In tutte le salse del mondo, nulla a che
fare con tipi di 'Amore' strani, -intendo sadomaso esageratamente
spinti-, ma preferisco amori impossibili un po' pericolosi con
qualche pizzico di fantasy, gotico (non troppo) magia, un po' di
tutto. Ma che soprattutto finisca bene!
A meno che non
ci sia un seguito.
Ma vi
consiglio di starmi lontano se finiscono male e devo aspettare il
seguito divento un po nervosa e mangio qualcuno.
Scherzo! XD
Però quello
che è vero mi rimane l'amaro in bocca e non mi piace molto.
Che posso
dire, sono una sognatrice e una ragazza romantica.
Tornando al
libro, il mio voto sincero e obbiettivo se dovessi esprimerlo, da 1 a
10 direi Assolutamente 5.
Spero che il
racconto della trama sia stato abbastanza chiaro, mi scuso se non lo
è stato. Sembra quasi 'Beautiful' ambientato nel nostro presente,
con un pizzico del passato e con presenze e reincarnazioni. Strano,
molto strano.
Beh...:) un
saluto da Giulia!
A presto!
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